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Michele Grassi

Neurologo

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Carta dei diritti del paziente cefalalgico

2003-11-08 16:57

Michele Grassi

Emicrania e Cefalea,

Carta dei diritti del paziente cefalalgico

AIC-onlus e OUCH-Italia  in collaborazione con Cittadinanzattiva, Tribunale per i Diritti del Malato e con l'adesione e condivisione di LIC (Lega Ital

 

 

 

AIC-onlus e OUCH-Italia  in collaborazione con Cittadinanzattiva, Tribunale per i Diritti del Malato e con l'adesione e condivisione di LIC (Lega Italiana Cefalalgici)

 

 

 

Proclamata da AIC-onlus e OUCH-Italia  in collaborazione con Cittadinanzattiva, Tribunale per i Diritti del Malato e con l'adesione e condivisione di LIC (Lega Italiana Cefalalgici).

Il paziente con cefalea ha diritto a: 

Disporre di strutture sanitarie che si occupano di prevenzione;

Essere ascoltato seriamente e preso in considerazione nel momento in cui riferisce la propria condizione di sofferenza;

Avere libero accesso alle strutture più qualificate utilizzando, nel caso sia necessario, canali di PS specifico adeguatamente pubblicizzati;

Scegliere liberamente il Curante o la struttura presso la quale desidera sottoporsi ad ogni eventuale trattamento;

Essere visitato con una corretta e pertinente raccolta dell'anamnesi, con un esame fisico completo e con indicazioni diagnostiche, comportamentali e terapeutiche chiare (standard qualitativo);

Avere un'adeguata privacy e confidenzialità nel rispetto di un corretto rapporto Medico-Paziente;

Essere informato correttamente sulla diagnosi, sulla natura del disturbo, sulla prognosi e sulle possibilità di trattamento;

Disporre di un trattamento personalizzato, che tenga conto della situazione particolare e della specifica di ogni paziente;

Esprimere il proprio consenso informato prima di essere sottoposto a qualunque tipo di esame, manovra, procedura o terapia ritenuta necessaria;

Essere sottoposto ad esami e terapie nelle condizioni di massima sicurezza possibile;

Evitare sofferenze e dolore non necessari;

Esigere dalla società e dai medici la conduzione di ricerche nel campo delle cefalee per il miglioramento delle conoscenze e dei trattamenti per il futuro;

Ottenere un adeguato riconoscimento del proprio disturbo sul posto di lavoro, in famiglia ed in qualunque altro ambito sociale, con valutazione dell'effettivo grado d'invalidità;

Poter esporre senza problemi il proprio dissenso e i propri reclami nei confronti di strutture e/o operatori senza che ciò pregiudichi la possibilità di essere curato;

Ricevere assicurazioni concrete circa l'intervento di un garante che possa, nel caso, applicare rapide sanzioni nei confronti di chi violi tali diritti

 

 

Firenze, 8 novembre 2003